Ai piani bassi by Margaret Powell

Ai piani bassi by Margaret Powell

autore:Margaret Powell [Powell, Margaret]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
ISBN: 9788858406939
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


17.

Quand’eri a servizio, il Natale non somigliava per niente al Natale di casa. Ricordo l’eccitazione che provavamo anche se i soldi erano pochi, l’eccitazione di svegliarsi presto e correre in camera di mamma e papà per vedere i regali e le calze piene di dolci. Niente tacchino per noi, e non c’era neppure l’albero di Natale, ma ridevamo un sacco e c’era sempre da mangiare a sufficienza.

A casa di Mrs Cutler, il Natale era una faccenda molto solenne e complicata. In sala da pranzo c’era un enorme albero, la cui decorazione era compito della bambinaia.

Il venticinque dicembre, dopo colazione, tutta la servitú doveva allinearsi nell’ingresso. Essendo la piú bassa di grado, ero l’ultima. Dopodiché ci toccava sfilare in sala da pranzo, dove la famiglia al completo – i signori Cutler, la figlia, i nipoti – sfoggiava i sorrisi natalizi d’ordinanza e le facce da assistenza sociale. I bambini ci guardavano come se venissimo da un altro mondo. E forse per loro eravamo davvero creature inferiori di qualche infimo pianeta. Mi venivano in mente certe pubblicità con la gente di colore. Io continuavo a stuzzicare Gladys, per cercare di farla ridere. Ma non è che si potesse ridere in un momento cosí solenne. Alla faccia del Natale! Poi ci avvicinavamo all’albero e accettavamo con deferenza i pacchi che i bambini ci porgevano, borbottando: – Grazie, signorino Charles; grazie, signorina Susan –. Oh, quanto lo odiavo.

Alla fine dovevamo presentarci al cospetto del Signore e della Signora, i quali ci davano una busta con dei soldi: a me una sterlina, a Mrs Bowchard cinque. I regali erano sempre cose utili: tagli di tessuti stampati, grembiuli, calze nere – non di seta, certo: non ti regalavano mai cose frivole – e calzettoni di lana nera. Quanto mi sarebbe piaciuto ricevere in dono le cose che avevano loro! Biancheria di seta, profumi, gioielli: perché non potevano regalarci niente del genere? Perché soltanto roba pratica, per noi? Forse ci regalavano le divise perché sapevano che non potevamo comprarcele coi nostri magri salari. Le sete e i profumi, poi, ci avrebbero indotte in tentazione. Per tutti questi motivi io detestavo di cuore quella parata di benevolenza natalizia, l’idea ipocrita che il Natale fosse un giorno felice anche per noi.

A noi toccava sgobbare come schiavi per star dietro alle feste e agli intrattenimenti di quelli di sopra. E va bene, ci avevano comprato un albero di Natale per il salottino della servitú, ma niente decorazioni: toccava a noi addobbarlo con pezzetti di stagnola e campanellini e cose del genere, e i nostri regali non li mettevano mai lí sotto. Dovevamo disporci in fila indiana e accettare le loro elemosine. Cosí era il Natale in quella casa.

A dire il vero era stato cosí in tutti i Natali precedenti, da quando andavo a servizio. Riti solenni e complicati, un sacco di divertimento per loro e ben poco per noi. Credo che nelle case molto grandi organizzassero un ballo per la servitú, come a Buckingham Palace. Però mi risulta che non fosse mai a Natale, ma parecchio dopo.



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